lunedì 15 febbraio 2016

La famiglia dell'adolescente.




di Loredana Armentoco-conduttrice insieme a Simona Marzano nel Corso per Genitori.
Psicologa, psicoterapeuta, esperta in sostegno alla genitorialità, Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale per i Minorenni di Roma e del Tribunale Civile di Roma.




La famiglia, oltre la scuola e gli insegnanti, è protagonista, insieme all'adolescente, del processo evolutivo equilibrato dello stesso.
Nel periodo adolescenziale il sistema familiare è mosso da due forze antagoni­ste: una forza spinge verso l'esterno, promovendo l'autonomia, l'indipendenza e la differenziazione dei singoli membri, un'altra muove verso l'interno in dire­zione dell'appartenenza e del rafforzamento dei legami di dipendenza. Il processo di separazione interessa entrambi i versanti, riguarda cioè non solo l'adolescente, ma anche i genitori: anch'essi infatti devono separarsi dai figli, accettare che diventino adulti e aiutarli nel loro processo di emancipazione. Inoltre, il modo con cui i genitori vivono questo distacco è destinato ad avere effetti rilevanti sul processo di crescita e di autonomia dei figli stessi. La qualità delle relazioni familiari è cruciale nel determinare la competenza e la fiducia con cui gli adolescenti affrontano il pe­riodo di transizione dall'infanzia all'età adulta. Secondo alcuni pedagogisti l'atteggiamento più adeguato dei genitori per far fronte all'adolescenza dei figli è quello di prote­zione flessibile, ovvero favorire l'autonomia consentendo di "far ritorno" nel nucleo familiare per confrontarsi, per elaborare le esperienze e per ricevere dai genitori delle indicazioni valide che lo aiuteranno nelle scelte future. Il conflitto tra genitori e figli è un aspetto del confronto delle proprie idee con quelle altrui. È infatti attraverso il conflitto, che spesso non verte su questioni fondamentali, bensì su aspetti meno rilevanti, quali il modo di vestirsi, le attivi­tà del tempo libero, lo studio, gli orari di rientro, che l'adolescente ha la possi­bilità di esercitare alcune fondamentali abilità sociali,quali la capacità di co­municazione, l'ascolto, la negoziazione di punti di vista differenti e le diverse strategie di risoluzione.
Il conflitto, se ben espresso e non sminuito, ha un ruolo costruttivo nell'evolu­zione dell'adolescente, è un'occasione di paragone e di crescita che non esclu­de affatto la presenza di stima e affetto reciproco, anzi ne valorizza la coesi­stenza e l'interdipendenza.
Diversamente, nelle famiglie in cui sono presenti gravi forme di disagio si ri­scontrano più frequentemente svantaggio economico, basso livello di istruzio­ne dei genitori, disoccupazione o occupazione precaria dei genitori, isolamen­to relazionale nel contesto urbano della famiglia, coppia genitoriale conflittua­le, assenza o carenza del ruolo educativo e normativo da parte dei genitori, co­municazione violenta o incoerente o ambivalente di uno o di entrambi i geni­tori nei confronti dei figli. È bene evidenziare che non è la presenza di una o di alcune di queste caratteri­stiche a determinare il disagio dell'adolescente, quanto piuttosto la copresenza di pesanti fattori di rischio sia personali che ambientali, quali ad esempio il grado di relazioni goduto dal giovane, il suo isolamento affettivo, la sua solitu­dine, il rapporto tra aspettative e risposte ottenute in famiglia, a scuola, nel quartiere. 
II punto di vista del genitore

Lo stile genitoriale che meglio soddisfa le esigenze di crescita dell'individuo è quello autorevole, viene distinto da quello autoritario e da quello lassista.
Stile autoritario: viene scoraggiato il tentativo del figlio di comprendere le ra­gioni delle richieste dei genitori, sono frequenti minacce o punizioni, con il ri­sultato di formare o un individuo intimidito o un individuo ribelle.
Stile lassista o permissivo: viene permesso che il bambino faccia e abbia tutto quello che desidera, a patto che non crei fastidio ai genitori. Attraverso questo modello, in cui non si presta attenzione a fornire principi e figure di riferimen­to, si educa il soggetto all'insicurezza, all'ansia e/o all'incompetenza nell' affontare l'ambiente.
Stile autorevole: i genitori autorevoli sono presenti nella vita del figlio, hanno capacità comunicative verbali e non verbali per trasmettere sicurezza e appro­vazione e nutrono nel figlio aspettative realistiche che questo può sicuramente soddisfare. Questi genitori accettano il proprio ruolo di autorità e per questo richiedono, e vogliono che si rispettino, norme e limiti. Tuttavia il loro poten­ziale formativo è proprio nel fatto di spiegare «continuamente le ragioni sotte­se alle proprie richieste».
Stile autorevole si compone di quattro dimensioni: il controllo, la comunicazio­ne, le richieste di maturazione e la qualità delle cure.

SI
Monitorare attività e relazioni del giovane
Comunicare le proprie richieste in maniera motivata, “ti chiedo di rientrare alle 23 affinchè tu possa stare con i tuoi amici e allo stesso tempo tu possa dormire a sufficienza per non avere sonno domani”.
Chiedere adeguatamente di rispettare le regole, specificare che vi saranno conseguenze se si trasgredirà
Mostrare comportamenti affettuosi e di vicinanza psicologica
NO
Gestire in modo invadente e manipolativo attività e relazioni del giovane, in base a propri gusti o interessi
Dare punizioni o restrizioni immotivate, “ oggi ho deciso che non esci con i tuoi amici, è così e basta!”
Permettere trasgressioni a regole e norme
Svalorizzare espressione di emozioni, “ non piangere, sembri un bambino!”
Inibire la curiosità a causa di timori propri

martedì 9 febbraio 2016

Il Disagio Giovanile


di Loredana Armento
co-conduttrice insieme a Simona Marzano nel Corso per Genitori.
Psicologa, psicoterapeuta, esperta in sostegno alla genitorialità, Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale per i Minorenni di Roma e del Tribunale Civile di Roma.
Oggi parlare di adolescenti molto spesso equivale a parlare di disagio. Di frequente infatti alcune condotte, apparentemente indecifrabili, vengono da noi adulti interpretate come qualcosa di inspiegabile, di strano, di patologi­co. In realtà proprio quelle condotte adolescenziali così curiose sono profonda­mente significative delle difficoltà che i giovani incontrano nel loro percorso verso l'età adulta. Diventare grandi è un compito difficile: ne siamo testimoni noi che oggi siamo adulti, ne sono indicativi le esigenze e le richieste degli adolescenti di cui ci oc­cupiamo. Crescere quindi e maturare avviene anche attraverso momenti di difficoltà, di crisi, di disagio. Questo dato non è un allarme, ma piuttosto un invito a riflette­re più intimamente sui bisogni degli adolescenti e uno stimolo a gestire pro­prio insieme a loro quei momenti di disagio. Il disagio rappresenta la condizione esistenziale che porta un individuo a met­tersi in discussione, è la manifestazione della fatica che l'adolescente deve compiere nell' affrontare i compiti, le tappe evolutive che la società propone e richiede allo stesso tempo.

martedì 2 febbraio 2016

L'adolescenza : quale opportunità!



La vita di ognuno di noi può essere descritta come un ciclo che inizia con la nascita e finisce con la morte. All'interno di questo ciclo ci sono delle porzioni di vita che rappresentano occasioni importanti di crescita.
Per esempio, dal punto di vista psicologico, la nascita del primo figlio rappresenta una rivoluzione dell'identità del genitore perchè coincide con la nascita del genitore come tale.

Mi piace definire le mamme con bambini di pochi mesi "mamme appena nate", anche se hanno superato i 40 anni. A proposito di questo voglio aprire una parentesi: quando sento dire che fare un figlio a quaranta anni è una cosa inusuale non sono d'accordo. Qualche decennio fa, quando ancora non si usavano i contraccettivi, le donne cominciavano a procreare intorno ai ventanni e finivano con la menopausa. La novità dei giorni nostri è che a nascere in prossimità della menopausa della madre sia il primo figlio . Chiusa la parentesi.
Quando si è stati figli per 40 anni è facile immaginare quanto possa essere sconvolgente diventare a propria volta genitori, considerando specialmente il quadro socioculturale odierno, in cui viene mitizzata la giovinezza e demonizzata la maturità.
Numerosi sono i cambiamenti evolutivi nei genitori prodotti dai momenti topici dell''infanzia dei propri figli, ma in questa sede vorrei concentrarmi sulle opportunità di crescita offerte dalla fase adolescenziale.




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